sabato 24 aprile 2010

MARIO CALABRESI a Orbassano per il ciclo "La Memoria siamo noi" - LE FOTO!

Eccoci! Dopo un mese d'assenza torniamo a scrivere sul blog di Costruire Cultura per raccontarvi l'incontro con Mario Calabresi, direttore de La Stampa e scrittore, autore di "Spingendo la notte più in là" edito da Mondadori.
Il libro racconta la storia della sua famiglia, profondamente colpita dall'attentato al commissario Luigi Calabresi. Una storia fatta di profondo dolore, ma anche di inattesa e spensierata allegria, in cui la voglia di vivere e l'amore per gli altri sono spesso riusciti a vincere l'odio e le divisioni che ancora oggi colpiscono il nostro paese. 

L'incontro è iniziato e si è concluso con le letture del prof. Piero Leonardi, già collaboratore degli eventi culturali realizzati da Dinoitre e Costruire Cultura (ricordiamo il ciclo delle Letture Dantesche...)

Per chi se lo fosse perso, cercheremo di mettere online il prima possibile il video della serata. Per ora, le prime foto...


sabato 20 marzo 2010

20 marzo: XV Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime della mafia


Anche CostruireCultura ricorda le vittime della criminalità organizzata. Contro le mafie, insieme alle famiglie e all'associazione Libera, elaborando il lutto per una ricerca di giustizia vera e profonda, trasformando il dolore in uno strumento concreto, non violento, di impegno e di azione di pace.

Oggi a Milano hanno sfilato 150mila persone, mentre sul palcosono stati letti i nomi di oltre 900 vittime delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali, morti per mano delle mafie. "Non lasciamo soli magistrati e forze dell'ordine", è l'appello lanciato dal fondatore di Libera, don Luigi Ciotti.

mercoledì 17 marzo 2010

Leggiamo e volentieri (ri)pubblichiamo

La serrata del signor Tv 
A dieci giorni dal voto, la politica riempie i teatri e irrompe sul web, ritorna al passato e va nel futuro, ma diserta malinconicamente il presente: la televisione. Una situazione surreale, come se alla vigilia dei Mondiali chiudesse la Domenica Sportiva.

Chiunque osservi la scena da una prospettiva più evoluta della nostra, per esempio dallo Zimbabwe, vedrà conduttori televisivi che trasferiscono i talk show nelle piazze e politici in preda alla sindrome di invisibilità che chiamano i giornali per proporre e in qualche caso elemosinare interviste sui siti.

Sempre dallo Zimbabwe ci fanno notare il paradosso del direttorissimo del telegiornale governativo, che è appena andato a spiegare le proprie ragioni su Internet, partecipando al programma online di uno dei grandi epurati della tv, Enrico Mentana.

È un sistema rovesciato, l’effetto della scelta spaventata di una vecchia volpe che controlla lo schermo ma non riesce più a governarlo e perciò decide di spegnerlo. Berlusconi è e rimane il comunicatore di un mondo di cieli azzurri e bimbi sorridenti, il mondo dei rampanti Anni 80, il suo mondo, quello della pubblicità.

Di fronte alla durezza di una crisi epocale, che sta spostando il benessere da una parte all’altra del pianeta (e noi purtroppo ci troviamo dalla parte sbagliata) il capo del centrodestra si scopre senza un progetto e soprattutto senza un linguaggio intonato alle circostanze. Preso dal panico, ricorre allo strumento dei padroni deboli: la serrata. Certo, lo fa appoggiandosi a una legge demenziale come la par condicio, partorita dalla mente mediocre dei suoi oppositori. Ma lo fa, e con uno scopo preciso: zittire i tribuni della plebe, soprattutto Santoro. Non perché tema che lui o Travaglio provochino un travaso di voti da destra a sinistra: il premier è troppo intelligente anche solo per pensarlo. No, è allergico a Ballarò e Annozero perché sporcano i suoi cieli azzurri, tolgono energia al migliore dei mondi possibili, attizzano il discutere e il dubitare che sono nemici del fare. Meglio il silenzio degli indecenti alle chiacchiere distruttive che minano le certezze delle masse consumatrici, a cui il berluscottimismo ha fornito in questi anni l'unica ideologia comprensibile e desiderabile.

Berlusconi è convinto che i programmi che seminano dubbi diffondano angoscia, e che l’angoscia produca astensione, fuga, rifiuto. In realtà il conflitto produce risveglio, e avremmo tutti un dannato bisogno di scuotere questa Italia addormentata, insensibile ormai ai baci di qualsiasi principe azzurro, compreso lui. Il risultato paradossale della sua psicosi è il silenzio della tv, imposto dall’uomo che ha insegnato a tutti come si parla in tv. Quasi che l’elastico, che all’inizio della Seconda Repubblica lo aveva proiettato davanti agli altri di una spanna, ora lo abbia ricacciato all’indietro, riducendolo a una versione chirurgicamente evoluta di Forlani.

dal Il Buongiorno di Massimo Gramellini

lunedì 15 marzo 2010

Incontro con...ANDREA CASALEGNO. Guarda le foto!

Andrea Casalegno, giornalista, ex militante di Lotta Continua, racconta l'attentato a suo padre, vicedirettore della stampa, ucciso dalle BR. Il suo ultimo libro uscito per Chiarelettere è L'attentato.

La giustizia italiana secondo...Bruno Tinti

Segnaliamo gli ultimi due articoli apparsi sul blog di Bruno Tinti a proposito degli ultimi decreti legge salva-liste e salva-premier approvati dal governo Berlusconi:

Ecco perché Napolitano non doveva firmare- 11/03/2010 - Un decreto incostituzionale che non rispetta il principio che la legge è uguale per tutti 

L'ubiquità delle regole - 05/03/2010 - Il 1° marzo il Tribunale di Milano non ha accolto il “legittimo impedimento” di Berlusconi.

venerdì 12 marzo 2010

Incontro con...BRUNO TINTI. Guarda le foto!

Incontro con...BRUNO TINTI

Bruno Tinti, ex-magistrato, autore di "Toghe Rotte" e "La questione immorale" (Chiarelettere), ricorda la figura di Bruno Caccia, magistrato vittima della 'ndrangheta.
Bruno Tinti è stato ospite dell'associazione Costruire Cultura, Dialogo e Comunità il 4 marzo 2010 nell'ambito del ciclo di incontri "La memoria siamo noi. Scrittori e storie per ricordarsi di non dimenticare".

BRUNO TINTI è stato Procuratore aggiunto presso la Procura di Torino. Dal dicembre 2008 ha lasciato la magistratura. Ora, come dice lui, fa il cantastorie: scrive e racconta quello che ha imparato riguardo a leggi, politica, giustizia. Nel 2007 ha pubblicato con successo il libro Toghe rotte, che è anche il titolo del suo fortunato blog sulla giustizia. Nel 2009, sempre con la casa editrice Chiarelettere è uscito La questione immorale.


Evento in collaborazione con
ACMOS - LIBERA PIEMONTE